Clicca qui per vedere l'intervista integrale a "Ditelo a RomaUno" con il sempre bravissimo Andrea Bozzi.
Il percorso è condiviso assieme alla maggioranza
L'esordio
dell'intervista è molto confortante. L'assessore, da qualche settimana a
questa parte, sta dicendo cose clamorose e ottime. Ma la nostra paura è
sempre stata: sono semplicemente istanze personali scaturite da uno
staff preparato e competente in materia oppure sono cose già vagliate a
livello politico? Qui l'assessore ci risponde: pare che la volontà di
sanare uno degli scandali più incredibili di questa città sia una
volontà politica. Non soltanto del sindaco, ma di tutta la maggioranza
(non solo del PD) e di tutti i capigruppo.
Nel frattempo la Commissione Commercio sta lavorando sull'ascolto della città
E
lo sappiamo bene: i famosi quaranta giorni che potrebbero portare a
miglioramenti e emendamenti del Piano Regolatore degli Impianti
Pubblicitari.
Lotta all'abusivismo \ Approvazione del Piano
Regolatore \ Piani di Localizzazione \ Dividere la città in lotti e
mettere tutto a gara
Impeccabile. L'assessore dimostra
ancora una volta di avere introiettato la problematica e di averla ben
digerita. Ha chiaro il problema e vede la strada per risolverlo. Si
tratta poi di capire se questa strada deve essere alberata,
acciottolata, asfaltata, a tre corsie, a una corsia, sopraelevata ecc.
Si tratta insomma di capire come si arriva a regime: ultimamente si è
parlato di 8 lotti da mettere a bando. Ci sembrano francamente troppi
ammenoché non si consenta alla ditta che faccia le condizioni migliori
di vincerli tutti e 8, ma se vi saranno in questo senso delle
limitazioni si rischia che, finite le due o tre ditte di qualità, gli
altri sei o sette lotti vengano, giocoforza, assegnati a ditte scadenti e
non all'altezza del grande progetto di miglioramento urbano che la
città dopo quarant'anni di schifo mafioso di merita. I lotti dovrebbero
essere di meno e soprattutto dovrebbero suddividere la città "a tema" e
non a territorio. Prendere Roma e dividerla a spicchi come una forma di
formaggio non può funzionare. Diverso è fare un bando per l'arredo
urbano, un bando per le affissioni pure e poi, un bando magari per le
coperture dei cantieri pubblici e privati e così via. Ma la cosa
peggiore sarebbe ritrovarsi nel 2015 con 8 interlocutori tutti con un
business troppo piccolo sul territorio per dare in cambio contropartite
interessanti all'amministrazione (bike-sharing, segnaletica, toilette
pubbliche, arredi urbani, cestini, totem informativi, mappe turistiche).
Si tratta di prodotti costosi e impegnativi, che richiedono
investimenti e tanta tanta manutenzione in una città che ancora è
percorsa da tensioni vandalistiche continue. Gestendo un ottavo del
business pubblicitario della città nessuno è in grado di restituire
qualità e reali trasformazioni.
Se volete partecipare alle gare, consorziatevi!
Un
altro assunto ottimale da parte dell'amministrazione. I nanetti
dell'esterna romana, rimasti piccoli perché da piccoli si poteva gestire
meglio la presenza su un mercato parcellizzato e illegale, pensassero a
fare delle ATI o a fondersi creando un "campione nazionale" che possa
combattere alla pari con gli altri "campioni nazionali" come Clear
Channel, Cemusa, Decaux, Cbs. Parliamo di campioni "nazionali" e non
stranieri perché a differenza di quel che vogliono far pensare i
rappresentanti di queste dittuncole anche la più temibile
"multinazionale" (la parola che lorsignori usano per spaventare politici
e cittadini in una maniera che più patetica non si può) è in realtà
altro. Prendi Decaux, per esempio, la ditta che ha cambiato faccia ad
una città che aveva problemi similissimi a Roma come Parigi (per tacere
di San Paolo del Brasile). Si tratta di una azienda familiare, con il
vecchio patriarca e i suoi figli a gestire l'azienda. La loro propaggine
italiana si chiama IGP Decaux e si chiama così perché è una joint
venture tra Decaux e IGP, italianissima, con la partecipazione,
nell'altro terzo del capitale, dell'altra italianissima RCS (Rizzoli
Corriere della Sera). Ne deriva che nell'azienda, italianissima con sede
Italia, con tasse versate in Italia, con centinaia e centinaia di
dipendenti italiani ben pagati e con contratti regolari e dignitosi (non
i bangladesh sfruttati in nero che vediamo affiggere manifesti sugli
impianti delle ditte romane), ha una partecipazione francese inferiore a
un terzo: il 70% circa della proprietà è italiana, italianissima. Di
che multinazionali stiamo parlando?
Se non volete una gara fatemi avere un'idea migliore: io non l'ho trovata
Qui
l'assessore si supera. Perché questa affermazione - è la linea che sta
avendo ultimamente anche l'arch. Bosi e quindi Vas nella sua recente
politica di dialogo con le ditte più "oneste" (virgolette d'obbligo) - è
l'affermazione che mette al muro qualsiasi ridicola velleità. Perché?
Semplice: perché alternative non ci sono. Ammenoché non si voglia
violare la legge. E questo vale per qualsiasi cosa insista su suolo
pubblico, attenzione, non solo per la pubblicità esterna. Bancarelle,
camion-bar, caldarrostari, stabilimenti balneari. Nel 2017 con la
definitiva entrata in vigore della direttiva Bolkestein (monumenti a
Frits Bolkestein sono in costruzione presso tutti i comitati che anelano
alla civiltà come il nostro) tutto questo dovrà essere messo a bando.
Ma in realtà, attenzione, una strada alternativa le ditte romane ce
l'hanno eccome. Si chiama impianti su suolo privato. Fino ad oggi
nessuno se ne è interessato: sfido, in una città dove il suolo pubblico
era praticamente in regalo e dove se te lo pigliavi abusivamente nessuno
ti faceva nulla... Ma ora le cose sono cambiate e c'è tutto un mondo da
scoprire per le ditte che non riusciranno a vincere i bandi:
l'impiantistica su suolo privato, su pareti cieche (con enormi vantaggi
anche per i condomini) e così via. Si tratta di un ambito sempre
pianificato e regolamentato dall'amministrazione, ma lì gli operatori
stanno nel più libero mercato possibile. Ovvero: si va da quel palazzo
che ha un muro cieco e gli si propone di installare un billboard e il
condominio accetta l'offerta che gli appare più conveniente. Un mondo
che le dittuncole dovrebbero studiare, invece di lagnarsi, di cercare di
mandare tutto all'aria anche questa volta e di chiedere ciò che non
potranno mai ottenere.
Gli abusivi sono abusivi, non si sanano
Applausi e basta. Immaginatevi, su quella poltrona, Davide Bordoni. Sembrano trecento anni, ma sono passati solo sei mesi...
speriamo che questo assessore e questo sindaco siano affiancati e protetti dalla maggioranza e dal PD, la macchina del fango, messa in atto da chi nei precedenti 5 anni ha letteralmente distrutto la città consegnandola alle peggiori lobby, è all'opera dal secondo giorno di consiliatura.
RispondiEliminaqueste sono le persone che possono dare una nuova speranza alla città. tanti elettori si sono affidati a loro auspicando di spazzar via con loro tutto lo schifo accumulato negli ultimi 5 anni.
RispondiEliminalungi dal cantare vittoria ma almeno si ha la sensazione di avere a che fare con degli esseri umani onesti.
la cosa peggiore che potranno fare è quella di tradire le aspettative di coloro che li hanno votati. non penso proprio che verrebbero perdonati alle prossime votazioni
immensa Leonori, EPICA !
RispondiEliminaContinui così
Penso che il sindaco ci stia provando veramente a cambiare le cose e che ci siano alcuni elementi molto validi in giunta come sta dimostrando di essere la leonori. Purtroppo il pd romano sappiamo di che pasta è fatto (siamo veramente al pd meno L), speriamo bene.
RispondiEliminaPieno sostegno a Marta Leonori.
RispondiEliminaNon faremo sconti ai doppiogiochisti del PD
Ritengo anche io che STAVOLTA in giunta ci siano persone perbene e preparate (Leonori, Improta, Caudo...). Speriamo di agganciare un buon treno per Roma, ce n'e' veramente bisogno! Credo che anche Broggi all'ATAC stia lavorando sodo nel disastro che ha trovato!
RispondiElimina