http://www.vasroma.it/il-dibattito-che-e-seguito-alla-presentazione-della-proposta-del-piano-di-localizzazione-degli-impianti-pubblicitari-del-vii-municipio/
Alla presentazione della proposta del Piano di Localizzazione degli impianti pubblicitari del VII Municipio, che l’assessore Marta Leonori ha voluto fare da sola, ha fatto seguito un interessante dibattuto da cui sono emerse anche diverse nuove informazioni riguardo alla pianificazione che sta facendo la S.p.A. “Aequa Roma”.
La consegna dei 15 Piani di Localizzazione è fissata per il prossimo 28 marzo: sull’iter di approvazione ho insistito che i bandi di gara vengano avviati prima dell’estate per avere la certezza di entrare a regime entro la fine di quest’anno.
Fra gli argomenti che ho portato a discutere c’è quello sul Bike Sharing per il quale ho letto il passo dei criteri dettati dalla Giunta Capitolina con la deliberazione n. 380 del 30 dicembre 2014 (che mi ero portato ovviamente appresso) in cui si dice che questo specifico lotto deve “essere dimensionato e ubicato sul territorio in termini di sostenibilità economica del servizio“: ho quindi ribadito che per dare il ricavo economico garantito a non far andare deserta questa gara occorre concentrare un maggior numero dei cartelli da mt. 1,20 x 1,80 nel centro storico e nelle immediate vicinanze, mettendo in evidenza che nel Centro Storico non possono comunque essere collocati né paline SPQR né paline con orologio.
Con 6 diversi tipi di colore sono stati indicati i seguenti 6 diversi tipi di impianti poi posizionati sul territorio.
Pur nella rapidità delle slide in successione, ho potuto notare che gli impianti speciali da mt. 1,20 x 1,80 e da mt. 3,20 x 2,40 (evidenziati in cerchietti di colore verde più o meno grossi per differenziare visivamente sia la grandezza che la monofaccialità e la bifaccialità) sono stati posizionati senza avere vicino nessuna concorrenza diretta di altri impianti (se non quelli delle pubbliche affissioni evidenziati in dolore azzurro).
Zona intorno a piazza Re di Roma
Questo canone di concessione stimato a monte dal Comune dovrebbe costituire la base d’asta di ognuna delle 8 future gare aperte alla migliore offerta, che dovrebbero garantire a valle le maggiori entrate previste dal Comune.
Un altro importante argomento trattato, sempre da me innescato, ha riguardato il fatto che il PRIP ha pianificato gli indici di affollamento sulle strade principali della viabilità elencate nel PGTU del 1999, che sono in numero ben minore di quelle individuate nel PGTU del 2014, di cui però – a detta dell’assessore Marta Leonori – “Aequa Roma” ha tenuto ugualmente conto: al sottoscritto che l’aveva fatto presente è stato spiegato che – laddove non si riuscisse a collocare impianti nel rispetto dell’indice di affollamento assegnato nemmeno nelle vie limitrofe (nella misura prescritta del 15% e solo con cartelli di mt. 1 x 1 e per un indice di affollamento di 4 metri ogni 100 metri lineari – ultimo comma dell’art. 30 delle Norme Tecniche di Attuazione del PROP), allora si verranno a traslare i mq. rimanenti in una delle strade non pianificate, ma previste nel PGTU del 2014, trasferendovi lo stesso indice di affollamento.
L’operazione sarebbe legittimata dall’ultimo comma dell’art. 32 delle Norme Tecniche di Attuazione del PRIP, ai sensi del quale “Per le zone di espansione che sono previste dal P.R.G. nella città della trasformazione e che venissero realizzate, così come per il territorio non urbanizzato che venisse anch’esso edificato, e comunque laddove si rendessero disponibili nuove aree, si rende necessaria l’integrazione dei Piani di Localizzazione relativi ai Municipi in cui venissero a ricadere le zone di espansione, con lo stesso metodo adottato per il presente Piano, estendendo in particolare alla nuova rete stradale la sua classificazione in base agli indici di affollamento ai fini della individuazione dei tipi stradali da applicare anche a queste nuove future parti della città, affidandone il compito della redazione in collaborazione con il Municipio competente per lo stesso territorio, nel rispetto del Regolamento di partecipazione dei cittadini di cui alla deliberazione del Consiglio Comunale n. 57 del 2 marzo 2006”.
Ho fatto poi presente il problema delle “aree a progettazione unitaria” dove bisogna adottare “particolare attenzione nella progettazione dell’impiantistica pubblicitaria” e “studiati progetti-tipo degli impianti” (art. 33 delle N.T.A. del PRIP) e rispettare anche le prescrizioni dell’art. 20 del Regolamento), mettendo in risalto che non vorrei che diventassero un pretesto strumentale per allungare i tempi di espletamento delle gare, con riferimento anche alla “proposta” fatta alle ditte pubblicitarie di un modello unificato di impianto ed al progetto altamente tecnologico presentato dall’A.I.P.E..
Al riguardo il dott. Francesco Paciello ha risposto facendo sapere che c’è una apposita Commissione Tecnica che è stata incaricata di individuare solo un modello unificato di impianto di proprietà del Comune (SPQR) che verrà approvato in fase finale contestualmente alla approvazione definitiva dei Piani di Localizzazione: di questo modello unificato verrà presumibilmente prescritta la realizzazione come condizione ineludibile nei procedimenti di evidenza pubblica con cui il Comune assegnerà la gestione proprio degli SPQR.
Ho proposto di incaricare la suddetta Commissione Tecnica di predisporre anche dei progetti-tipo di impianti per le diverse aree a progettazione unitaria (ho fatto l’esempio della differenza che ci dovrebbe essere in termini di arredo urbano tra un impianto sito nel Centro Storico ed un impianto sito ad Ostia, benché entrambi ricadenti in aree a progettazione unitaria).
Mi è stato infine assicurato che, pur lavorando per soli 150.000 € e per lo più a tavolino, “Aequa Roma” riesce a tener conto comunque anche di spartitraffico centrali (maggiori o minori di 4 mt.), di strisce pedonali ecc.: è stato anche chiarito che si rispettano tutte le deroghe, ma non si tiene conto della segnaletica stradale per causa della sua estrema mutevolezza da un giorno all’altro, mentre è stato tenuto conto della spazio di avvistamento (art. 79 del Regolamento di Attuazione del Codice della Strada entro una distanza che va da un minimo di 50 metri ad un massimo di 250 metri).
Le misure minime dello spazio di avvistamento
(art. 79 D.P.R. n. 495/1992)
Una buona giornata che meritava di essere descritta per l’importanza a mio giudizio di come si è svolta in modo costruttivo.
Dott. Arch. Rodolfo Bosi - Responsabile del Circolo Territoriale di Roma della associazione Verdi Ambiente e Società (VAS)
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